Costruzione del Seminario di accoglienza a Byrathi (Bangalore)
Finanziamento: € 35.000 provenienti da 5×1.000
Bangalore è una megalopoli, capitale dello stato del Karnataka nel sud dell’India
Bangalore è conosciuta nel mondo intero perché è un polo mondiale della tecnologia informatica, ma non tutti sanno che proprio a causa di questo boom tecnologico la città ha subito negli ultimi anni dei cambiamenti epocali: la città è passata in meno di vent’anni dai 6 milioni di abitanti a quasi 10 milioni.
Si può facilmente capire che non tutti, (a dire il vero pochi) hanno potuto approfittare del benessere generato da tale industria.
Da una parte sono cresciuti negozi i supermercati, i ristoranti; dall’altra le strutture cittadine (strade, trasporti, elettricità, acqua, sanità pubblica) sono state messe a dura prova e il numero di persone che vivono negli slum e nelle periferie degradate è aumentato notevolmente.
Perché l’Opera Don Orione è andato a Bangalore?
Bangalore è anche il centro principale delle istituzioni religiose, cioè lì si trovano in abbondanza strutture (scuole, colleges e università di Filosofia e Teologia) in cui poter far studiare i nostri seminaristi. Noi ci siamo appoggiati ai padri Salesiani per gli studi di Filosofia e Teologia.
Come lavoriamo?
La nostra congregazione da sempre ha adottato l’abitudine di affiancare la formazione dei seminaristi con l’inserimento sul territorio e il lavoro di carità effettiva.
A Bangalore abbiamo scelto la periferia nord, nel villaggio di Byrathi.
Lì, dopo l’apertura dei Seminari (quello minore è in un edificio comperato nel 2004, quello maggiore è stato costruito nel 2009), sono stati aperti 2 day centers per portatori di handicap mentali e fisici: qui ragazzi e ragazze dai 15 ai 30 anni ricevono, oltre a un buon pasto, anche l’aiuto di assistenti sociali che insegnano loro a fare lavori di base come giardinaggio, agricoltura, cucina ed altri piccoli lavori manuali.
Vengono inoltre educati a tenere cura di se stessi attraverso l’insegnamento dell’ igiene personale e la cura dell’ambiente.
I centri sono due perché per motivi logistici e anche per la mentalità del luogo, i ragazzi e le ragazze devono lavorare in ambienti separati; in questo momento stiamo ospitando 35 ragazzi e 18 ragazze