Iasi, Romania (2009): Le porte sono aperte a tutti i bambini del mondo

Il progetto si colloca nella realtà di Iasi. Il distretto di Iasi (in rumeno Judeţul Iaşi) è uno dei 41 distretti della Romania, ubicato nella regione storica della Moldavia.

Con l’ultimo censimento del 2007 l’area è risultata essere abitata da 816.910 abitanti attestandosi al terzo posto come numero di abitanti in Romania dopo Bucarest e il Distretto di Prahova. La popolazione, che per metà vive nelle aree urbane e l’altra metà nelle aree rurali, si è raddoppiata negli ultimi sessant’anni.

La maggior parte degli abitanti sono rumeni (circa il 98%) ed una piccola parte di etnia Rom. La maggior parte professa la religione Cristiano Ortodossa, ma è anche presente una significativa comunità di cattolici, mentre assai irrilevante è la presenza di fedeli protestanti.

La comunità rom (gli Zingari) in Romania

I rom rappresentano circa il 2,46% (dati relativi al censimento della popolazione del 2007) della popolazione e sono organizzati in varie comunità, ciascuna con un proprio nome che normalmente fa riferimento all’attività lavorativa tradizionale: gli Zingari “aurari” lavoravano l’oro, i “rudari” erano artigiani del legno, gli “ursari” allevatori di orsi, i “caldarari” costruttori di contenitori di rame, i “laudari” musicisti.

Attualmente non esiste più una reale corrispondenza tra il lavoro praticato e il nome della comunità, poiché le recenti trasformazioni della società romena hanno indotto la maggior parte degli zingari ad abbandonare le attività tradizionali per adeguarsi al nuovo contesto economico.

In particolare le politiche attuate in epoca comunista hanno profondamente modificato la situazione economica e sociale della popolazione zingara: il regime, infatti, non riconobbe mai gli zingari come una minoranza culturale e tentò di assimilarli alla popolazione romena, attraverso l’obbligo al lavoro salariato nelle fabbriche o nelle cooperative statali, l’obbligo alla scolarizzazione e alla residenza fissa.
Negli anni in cui il partito comunista fu al potere, gli zingari vennero romanisaţi, cioè “romanizzati”. La diffusa proletarizzazione delle comunità zingare, soprattutto quelle urbane, avvenuta in questa fase storica, favorì l’ascesa sociale di alcune famiglie, ma anche l’abbandono delle attività in cui gli zingari erano specializzati, dello stile di vita tradizionale e la disgregazione di molte comunità.

Nelle zone rurali queste politiche di assimilazione non sempre furono applicate con la stessa severità e, grazie a speciali autorizzazioni, alcuni gruppi zingari continuarono a praticare le attività artigianali tradizionali, come la costruzione dei mattoni o la lavorazione del ferro, e a fornire ai romeni un servizio utile e insostituibile. In genere gli artigiani soggiornavano qualche mese in un villaggio e, a seconda delle richieste, si trasferivano poi in altre località con tutta la famiglia: praticavano il loro lavoro in forma itinerante e questo contribuì al mantenimento di legami molto forti all’interno del gruppo e la conservazione di tradizioni che differenziavano nettamente queste comunità dalla popolazione maggioritaria.

Il progetto fa parte della strategia volta a migliorare la situazione dei rom e può portare un cambiamento positivo per queste comunità. La situazione dei rom è particolarmente critica a livello di istruzione, ancora difficilmente accessibile a questa comunità. I bambini si sono abituati alle differenze sin da piccoli, spesso sono ammessi in scuole con standard qualitativi inferiori – il che riduce le loro opportunità. Secondo le stime, il tasso di bambini rom scolarizzati è del 30-40 percento. Molti bambini non vanno oltre il livello primario, e soltanto il 20-25 percento assolve una formazione post-obbligatoria. Il tasso di popolazione rom che frequenta una scuola universitaria o un’altra formazione superiore è trascurabile (meno dell’1 percento). Si registra quindi un alto tasso di dispersione scolastica.

Beneficiari diretti:

100 bambini appartenenti a gruppi sociali svantaggiati, come etnia rom, della comunità di Iasi.

Beneficiari indiretti:

300 persone tra i genitori, gli insegnanti, animatori dell’oratorio ed i membri della comunità di Iasi

Obiettivo: 

Miglioramento delle condizioni di vita della comunità rom attraverso la creazione di un luogo che ospiti attività ludico-formative e di educazione non formale ai fini di favorire la crescita, l’integrazione e lo scambio interculturale tra i minori ed i giovani rom dell’area di Iasi.

Diminuire la dispersione scolastica.

Finanziamento: € 8.100,00

WhatsApp Scrivi ora, siamo su WhatsApp