Sabotsy-Namehana, Madagascar (2011)

Il contadino protagonista dello sviluppo del Madagascar

Il Madagascar è uno stato insulare situato nell’Oceano Indiano, al largo della Costa orientale dell’Africa, di fronte al Mozambico. La capitale è Antananarivo.

Povertà e sotto-sviluppo

Il Madagascar, come dimostrano i dati in campo internazionale riconosciuti e di seguito sintetizzati, è tra gli ultimi 50 paesi meno sviluppati e poveri al mondo:

Secondo l’ultima classifica UNDP del 2009, il Madagascar si colloca al 145° posto su un totale di 182 paesi. Più del 50% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e la maggioranza di questi vive in zone rurali nonostante il tasso di migrazione verso le città (soprattutto la capitale) sia in fase costante di fortissima crescita. L’aspettativa di vita alla nascita è di circa 63 anni e a questo deve aggiungersi un dato piuttosto allarmante secondo cui l’età media della popolazione si attesta intorno ai 17/18 anni. Si registra una situazione preoccupante di malnutrizione e mancanza di strutture sanitarie con conseguente rischio di contrarre malattie, spesso infettive, senza poter accedere ad adeguati servizi di assistenza e cura.

L’economia e’ basata principalmente sull’agricoltura (primo prodotto è il riso ma non sono da tralasciare lo zucchero, il caffè, la vaniglia, i chiodi di garofano, il cacao, la manioca, i fagioli, le banane, le arachidi). L’agricoltura, tra cui la pesca e la silvicoltura, rappresenta il pilastro dell’economia, ricopre oltre un quarto del Pil e impiega l’80% della popolazione. La forte vulnerabilità a cui è soggetta la produzione agricola del Paese, sia a causa delle condizioni climatiche (è frequente il verificarsi di cicloni e alluvioni), sia a causa delle variazioni dei prezzi dei prodotti di consumo portano ad una costante instabilità dell’economia.  Le calamità naturali che spesso colpiscono il Paese provocano gravi danni alle produzioni soprattutto a quella alimentare e rappresentano un ulteriore fattore di inibizione allo sviluppo del Madagascar.

Fondamentale anche l’allevamento (zebu’, suini, bovini, ovini) con 7 milioni di capi e la produzione di oggetti di artigianato costruiti da mani abili ed esperte. Altri settori sono le industrie alimentari, fabbriche di birra e d’assemblaggio di autovetture, cementifici, cristallerie, concerie, cartiere, crostacei e altro. Dal punto di vista delle risorse il Madagascar è potenzialmente ricco, ma le tecniche agricole, l’organizzazione commerciale e l’assenza di vie di comunicazione e di trasporti adeguati ne rendono lo sviluppo lento. Per le esportazioni si coltivano caffè, vaniglia, chiodi di garofano, tabacco, canna da zucchero, arachidi, ricino, piante tessili. Per il consumo interno si producono riso, manioca, patate, mais. Dai boschi si ricavano legni pregiati, come il mogano il palissandro, l’ebano. Il turismo non presenta ancora grandi infrastrutture se non in alcune aree.

Il Madagascar è un Paese con elevate potenzialità agricole ed ambientali favorevoli per uno sviluppo dei settori primari, ma l’arretratezza socio-culturale ed economica non ne favorisce lo sviluppo.

Il sistema educativo è assolutamente insufficiente: il tasso di abbandono scolastico è molto alto a causa della insostenibilità delle spese da parte delle famiglie che provvedono ad assicurare almeno cibo e vestiti; questo comporta un’elevata percentuale di analfabetismo che colpisce la gran parte della popolazione. Di conseguenza esiste tutta una folla di bambini e di giovani che non hanno alcuna possibilità di accesso nemmeno al primo grado d’istruzione. Dall’impossibilità ne scaturisce demotivazione e disinteressamento al proseguimento degli eventuali studi già avviati.

I giovani che abbandonano gli studi, s’indirizzano alla ricerca di un’occupazione lavorativa ma la disoccupazione li porta a condurre la vita di strada, con le conseguenze che questa comporta: droga, alcool, prostituzione. Spesso vivono con la madre nubile, abbandonata dal marito, vedova che non possiede nessuna entrata finanziaria.

Sabotsy-Namehana é un villaggio situato 15 km a Nord di Antananarivo, sulla strada per Ambohimanga. Il Distretto di cui fa parte conta 95.000 abitanti, è composto da 16 comunità disseminate su un raggio di 25 km e comprende 6 comuni: Sabotsy-Namehana, Ankadikely-Ilafy, Manandriana, Fiaferana, Vilihazo, Ambohimanga Rova.

L’economia della zona è basata sull’agricoltura, sull’allevamento domestico di polli, maiali, mucche, sulla produzione ed il piccolo commercio di carbone, legname da costruzione, mattoni di terracotta e artigianato (falegnamerie). Il 75% della popolazione del Distretto è impiegata nell’agricoltura e produce principalmente riso. Tuttavia, a causa dell’utilizzo di tecniche tradizionali poco proficue, la produzione è appena sufficiente alla sussistenza. Per questo, soprattutto nei comuni di Sabotsy-Namehana e Ankadikely-Ilafy, più vicini alla periferia della capitale, molti sono coloro che hanno trovato lavoro nelle fabbriche, principalmente tessili, sorte in questi ultimi anni nell’interland di Antananarivo. Per tali motivi sono sempre più numerosi i giovani – il 60% degli abitanti del Distretto ha meno di 25 anni – che tendono ad abbandonare la campagna e i loro villaggi di provenienza per cercare lavoro e “fortuna” nella capitale.

Il progetto ”Il contadino protagonista dello sviluppo del Madagascar”  intende contribuire alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dell’esclusione sociale giovanile, attraverso percorsi educativo – formativi centrati sullo sviluppo e la crescita sociale dei giovani a rischio di emarginazione socio-economica provenienti dal Distretto di Sabotsy Namehana, Madagascar.

Beneficiari diretti:

300 giovani contadini all’interno del Distretto della Missione Cattolica di Namehana.

Beneficiari indiretti:

Tutta la comunità di Sabotsy Namehana.

Obiettivo:

Diminuzione del livello di povertà e dell’insicurezza alimentare della popolazione dell’area di Namehana, Madagascar attraverso percorsi educativo – formativi centrati sullo sviluppo e la crescita sociale dei giovani a rischio di emarginazione socio-economica.

Implementare, nel contesto di riferimento, un programma di lotta immediata all’emergenza alimentare e creare le basi per una programmazione economica sostenibile e duratura, capace di produrre lavoro ed innescare meccanismi di sviluppo a partire dalle risorse umane inutilizzate.

In particolare:

1. Sensibilizzare i villaggi appartenenti alla Missione Cattolica “Districa Md Luigi Orione EKAR Namehana” sull’importanza dell’istruzione di base e professionale per migliorare le condizioni di vita dei giovani e delle comunità intere.

2. Coinvolgere verso la formazione di base e professionale 300 giovani contadini residenti in 6 comuni rurali a circa 15 – 25 km a Nord della periferia della Capitale Antananarivo;

3. Lavorare la terra in base alle tecniche adeguate e con le attrezzature adatte, in vista di un miglioramento dell’agricoltura per contribuire a combattere il degrado ambientale e l’erosione nelle zone rurali;

4. Creare una cooperativa agricola per la sostenibilità futura degli stessi contadini e i loro famigliari. La cooperativa ha come scopo principale di far crescere il valore del lavoro, come sviluppo della persona e come mezzo di sostentamento;

5. Migliorare sia qualitativamente che quantitativamente l’alimentazione dei giovani coinvolti, provenienti  da condizioni di povertà ed emarginazione;

6. Costruire la rete con altre organizzazioni; condividere i prodotti generando nello stesso tempo uno spazio di riflessione sociale;

7. Testimoniare che la malnutrizione è un crimine e deve essere combattuta, sia a partire da una      coscienza comunitaria per condividere i prodotti, sia anche per la creazione di politiche pubbliche in favore dei più “piccoli” della società.

Finanziamento: € 60.724

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