Progetto “Emergenza Siccità” Marsabit – Kenya 2011″
Il Kenya è situato nella zona centro orientale dell’Africa, attraversato dall’equatore, confina con Somalia, Etiopia, Sudan, Uganda e Tanzania. Ad Ovest è bagnato da un breve lembo del Lago Vittoria e a Sud Est ha una fascia costiera di 400 Km che dà sull’oceano indiano. Ha una popolazione di circa 37,9 milioni di abitanti
Il Pil registrato nel 2008 è pari a 4,1% ed è così ripartito: agricoltura 23,8%, industria 16,7%, servizi 59,5%. Il 75% della forza lavoro è impiegato nell’agricoltura la quale però è per la maggior parte destinata alla sussistenza (cereali, manioca, patate).
I periodi di siccità, sempre più ricorrenti a causa della forte variabilità delle precipitazioni, hanno causato forti peggioramenti in molti ambiti, portando il Kenya a perdere negli ultimi anni venti posizioni nella graduatoria dell’Indice dello Sviluppo Umano.
KENYA: EMERGENZA FAME
In Kenya si parla oggi di emergenza fame: i prezzi dei generi alimentari sono schizzati alle stelle ed è necessario un intervento incisivo volto a garantire la sicurezza alimentare per i 2,5 milioni di persone che versano in gravi difficoltà a causa della grande siccità che sta massacrando il paese e della conseguente carenza di cibo.
I piccoli agricoltori si sono trovati a non sapere cosa, dove e quando produrre. Intanto anche l’inflazione ha superato il 25% ed il costo dell’elettricità è aumentato di quasi quattro volte. La FAO, nell’edizione annuale del rapporto “Lo stato di insicurezza alimentare nel mondo – 2008” ha inserito il Kenya tra i paesi “in crisi alimentare”.
La siccità e la scarsità d’acqua che continuano ancor oggi, favoriscono la perpetuazione della povertà. L’ultimo rapporto UNDP dedicato al cambiamento climatico ha evidenziato il delicato equilibrio idrico del Kenya, uno dei paesi al mondo con il più alto rischio di siccità; ciò significa, ad esempio, che i bambini al di sotto dei cinque anni hanno tra il 36% e il 50% di probabilità di essere malnutriti se nati in un periodo di siccità. In Kenya, come in molti paesi in via di sviluppo e in particolare in quelli della fascia sub-sahariana, vi è una diretta corrispondenza tra la siccità e l’indice di sviluppo umano.
SITUAZIONE ATTUALE DELLA CARESTIA IN KENYA
Le piogge annuali degli anni 2010 e 2011 sono state pressoché assenti, ed il risultato è molta sofferenza tra le comunità che vivono nella contea di Marsabit e oltre.
Il Bestiame è il sostenimento per la maggioranza della comunità ed è attualmente molto toccato dalla carestia che ne determina la morte. Alcuni pastori hanno perso sino a 100 capri. Il risultato di questo è che manca il latte il quale è il cibo di prima necessità per le comunità. Le cattive condizioni del resto del bestiame fanno sì che venga venduto così, riducendo ulteriormente la sicurezza alimentare.
L’acqua è un altro motivo di ansietà. La città di Marsabit porta mediante i camion acqua da una distanza di 50km e un bidone di 20 litri costa 50 shillinghi (= 35 centesimi). In altri posti portano acqua da 60km ed anche in altre zone c’è grande difficoltà di reperire la risorsa idrica.
Altro problema è il cibo: il 60% della popolazione attualmente sta ricevendo alimenti dal WFP (World Food Programme), però la distribuzione non è regolare a causa di ostacoli nella catena, con il risultato che la gente soffre ancora di più.
A Marsabit, una delle aree più colpite dall’emergenza, nel nord del Kenya, in particolare, nelle zone: Laisamis, Loiyangalani, NorthHorr, Maikona, divisioni Central e Gadamoji di Marsabit, esistono più di 5000 nuclei famigliari colpiti dal disastro tra cui moltissimi bambini, donne in gravidanza, disabili ed anziani, molti dei quali in condizione di vulnerabilità sociale.
I padri orionini in collaborazione con la Caritas e con l’appoggio della Diocesi di Marsabit, cercano di offrire un programma nutrizionale per i 550 bambini (che hanno appena cominciato l’anno scolastico) presenti nelle quattro scuole della zona, ma non si sa per quanto tempo a causa della mancanza del cibo.
Tra le attività promosse per fronteggiare la peggiore siccità degli ultimi sessant’anni, nel distretto Marsabit, la Diocesi ha messo a disposizione delle diverse Congregazioni cattoliche tra cui la Congregazione Orionina, le sue 12 strutture sanitarie per visitare, curare e distribuire cibo terapeutico (integratori nutrizionali) a bambini, anziani, donne incinte e in allattamento.
La Congregazione Orionina, inoltre, si è impegnata nella distribuzione dell’acqua e all’insegnamento verso popolazione sull’utilizzo della stessa al fine di garantire l’igiene, fondamentale per impedire il rischio di malattie. I padri orionini insieme alla Caritas continueranno a seguire tutte le persone in difficoltà, presso le 12 strutture sanitarie della zona. Le 12 strutture sanitarie sono: 2 ospedali, 4 centri salute e sei dispensari. Queste strutture sanitarie si trovano nelle parrocchie appartenenti alla Diocesi di Marsabit e sono amministrate dai sacerdoti. Ogni giorno sono offerti servizi di cura alla persona e di prevenzione.
Beneficiari diretti:
Almeno 15000 persone tra cui 550 bambini che frequentano le scuole, persone malate, anziani e disabili
Beneficiari indiretti:
L’intera popolazione di Marsabit e zone limitrofe
Obiettivo:
Promuovere un’azione efficace di emergenza a beneficio della popolazione keniota a causa della devastante siccità
Offrire un’azione di sostegno psicologico idonea a garantire la ripresa della normalità di una vita sociale e culturale che contrasti sensibilmente ogni forma di nuova marginalità, di esclusione e di devianza come conseguenza di un ulteriore impoverimento a causa dell’atroce siccità
Obiettivi specifici
Intervenire nell’emergenza immediata con la distribuzione dei alimenti ed i integratori nutrizionali, con particolare attenzione nelle scuole, e la distribuzione di Kit alimentari ai nuclei familiari maggiormente esposti ai rischi della sopravvivenza alimentare, secondo criteri di priorità dettati dal numero dei componenti e dalla presenza di bambini, disabili e anziani (I° FASE)
Distribuzione dell’acqua potabile a favore dei più di 800 nuclei famigliari vulnerabili, con particolare attenzione alla la protezione dei bambini dei campi profughi (II° FASE)
Somministrazione dei medicinali di prima necessità per le persone malnutrite e distribuzione di Kit igienico-sanitari, al fine di contrastare la diffusione d’infezioni di varia tipologia (III° FASE)
Distribuzione di emergenza di supporti nutritivi per 500 animali a rischio di morire (IV° FASE)
Offrire sostegno psicologico a beneficio degli oltre 1000 persone profughe a causa della siccità e fame con particolare attenzione alle donne – capo famiglia e le persone più vulnerabili (V° FASE)
Finanziamento: € 90.000